giovedì 27 agosto 2015



4 NOVEMBRE E 16 DICEMBRE, TRENTO E ROVERETO

Terence Blanchard E-Collective;

Franco D'Andrea Sextet

Ly E-Collective, che ha aperto a Trento la storica rassegna in precedenza denominata Itinerari Jazz, pre-J senta una formazione completamente rinnovata rispetto all’ultimo cd del trombettista, «Magnetìc», mantenendo in comune solo il giovane, ottimo pianista e tastierista Fabian Almazan. Gli altri musicisti, altrettanto giovani e poco conosciuti, dimostrano splendida empatia con il nuovo corso della musica di Blanchard.

Le timide pennellate di elettronica che comparivano in quell’album sono diventate un elemento che impregna fortemente questo quintetto, orientando anche l’aspetto compositivo di Blanchard, che guarda al Davis elettrico, al funk, alla fusione con il rock in modo del tutto convincente. Il repertorio presentato a Trento era nuovo, ancora senza titoli, ben calibrato sulla personalità dei musicisti. Tra questi ha spiccato la varietà stilistica ed espressiva del chitarrista Charles Altura.

Ma anche la coppia ritmica formata da Donald Ramsey al basso elettrico e Oscar Seaton alla batteria ha manifestato fantasia, sintonia ed equilibrata energia. Da parte sua, il trombettista si dedica spesso anche all’elaborazione del suono attraverso computer, filtrando in modo forse troppo continuo pure il suono del proprio strumento. Il premiato sestetto di D'Andrea, in concerto nel rinnovato teatro settecentesco Zandonai di Rovereto, ha davvero mantenuto la promessa di costante sviluppo espressa nei due anni di attività. La formazione con Ottolini, D’Aga-ro, Ayassot, Mella e De Rossi è giunta a livelli eccellenti di interpretazione della musica del leader: cosa non facile, vista la profondità di tale lavoro, che stabilisce un formidabile cortocircuito tra idee strutturate con precisione e libertà di espressione, tra sviluppo originale di nuovi percorsi e attenzione alla tradizione del jazz.

La musica che ne scaturisce offre nel contempo una possibilità di fruizione piacevole e di ascolto impegnativo, in un ininterrotto rapporto dialettico tra ciò che sveglia l’empatia melodica, danzante, e ciò che stimola l’intelletto ad argute sfide. Si spazia tra composizioni originali come Tiro Colon e Afro Abstraction, e classici come Caravan e Light Blue, che i musicisti interpretano con il massimo grado di sensibilità e coinvolgimento, interagendo tra loro e con le strutture proposte, portando la propria personalità e nel contempo badando al suono d’insieme, al gruppo come organismo compatto ma elastico.